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HAN

(206 a.C. - 220 d.C.). Dinastia cinese che regnò in due riprese: gli Han occidentali o anteriori dal 206 a.C. al 9 d.C. e gli Han orientali o posteriori dal 25 al 220 d.C., divisi dal breve regno di Wang Mang e da alcuni anni di acuti disordini. La dinastia degli Han orientali, con capitale a Chang'an, nacque in seguito alle insurrezioni e alle rivalità militari e regionali che portarono al crollo degli immediati successori di Qin Shi Huangdi e si consolidò intorno alla figura di Liu Bang (titolo postumo: Gaozu), primo degli imperatori han e primo imperatore cinese di origine contadina. In un primo tempo il potere centrale faticò a controllare le spinte centrifughe dell'aristocrazia feudale che mirava a riappropriarsi delle proprie autonomie e dei privilegi persi sotto la dinastia precedente, mentre oltre i confini settentrionali premevano gli xiongnu. Il lungo regno di Wudi (140-87 a.C.) segnò la piena riaffermazione del potere centrale, la sconfitta degli Xiongnu e l'espansione dell'impero in tutte le direzioni: verso l'Asia centrale, verso la Corea, verso il Vietnam. L'ampliamento dei rapporti lungo la via della seta facilitò la graduale penetrazione del buddhismo in Cina, mentre sotto Wudi il confucianesimo diventava espressamente la base ideologica dello stato cinese e con la creazione dell'Università imperiale (124 a.C.) si rendeva sistematica la selezione per merito dei funzionari (esami imperiali in Cina). Wudi istituì molte colonie militari con soldati-contadini di leva e rafforzò i monopoli economici dello stato. Ma con i discendenti di Wudi la corte imperiale cadde preda di intrighi familiari e dello strapotere degli eunuchi. Nel 9 d.C., Wang Mang proclamò una nuova dinastia (Xin) e cercò di restaurare l'autorità dello stato attraverso la confisca delle terre dei latifondisti (da redistribuire ai contadini secondo l'antico sistema dei "campi a pozzo"), l'abolizione della schiavitù, rigorose riforme monetarie e fiscali e nuovi monopoli produttivi. In questo periodo scoppiarono numerose rivolte di contadini, oppressi dall'aristocrazia e dalla pressione fiscale, e lo stesso imperatore fu ucciso durante il saccheggio di Chang'an (23 d.C.). Due anni dopo Liu Xiu restaurò la dinastia Han e trasferì la capitale a Luoyang (a est di Chang'an) dove regnò sino al 57 d.C. Liu Xiu ridusse drasticamente il ruolo economico dello stato. I suoi successori ripresero la politica di controllo e di espansione lungo le vie commerciali dell'Asia centrale. Nel 97 d.C., uno dei più abili generali della storia cinese, Ban Chao, spinse le sue truppe fino alle sponde del mar Caspio, il punto più occidentale mai raggiunto dall'espansione cinese, a diretto contatto (se pur per un breve periodo) con i parti. In seguito il potere imperiale cadde nuovamente sotto il controllo dei circoli di corte e degli eunuchi di palazzo, con numerosi imperatori bambini, privi di potere. Tra il 159 e il 170 d.C. la crisi istituzionale si acutizzò: gli eunuchi eliminarono anche la tenace opposizione dei funzionari letterati collegati all'Università imperiale. Dopo la grande rivolta popolare dei turbanti gialli (184 d.C.), duramente repressa, l'impero rimase a lungo nel caos mentre i vari eserciti imperiali si ritagliarono spazi autonomi a livello provinciale. Seguirono guerre civili e rivolte contadine, con il saccheggio e la distruzione sia di Luoyang sia della stessa Chang'an dove la dinastia si era nuovamente insediata. Nel 220 d.C., con la fine degli Han orientali, la Cina entrò in un lungo periodo di frammentazione politica.

C. Zanier